Colture orticole L'elevato contenuto in sabbia rende il terreno talmente sciolto e poco compatto da ridurre al minimo le coltivazioni e le lavorazioni volte esclusivamente ad evitare la formazione di una suola di lavorazione. Essenzialmente le lavorazioni a cui si sottopone il terreno sono una fresatura in pre-semina che rende soffice la superfìcie interessata dalle piantine e rende regolare la superficie quanto basta per facilitare il trattenimento della paglia che si utilizza come materiale pacciamante; alla fine del ciclo produttivo, dopo la raccolta, si interviene con una vangatura che smuove verticalmente il terreno incorporando i residui delle colture e invertendo i primi strati. Ad anni alterni o comunque in base alle condizioni del terreno, il RT consiglia di effettuare una scarificatura più profonda delle precedenti lavorazioni per evitare la formazione della suola di lavorazione.
Vigneto Per la gestione del suolo vengono preferite lavorazioni che alterino il meno possibile la naturale struttura del terreno e che apportino vantaggio alla conduzione sostenibile del vigneto. Pertanto, quando le piante sono in vegetazione, vengono eseguiti degli interventi superficiali, effettuati prevalentemente per controllare le infestanti ed evitare il diserbo chimico, interrare eventuali concimi, facilitare l'infiltrazione delle acque meteoriche, favorire l'arieggiamento degli strati superficiali, smuovere le zone compattate dal frequente passaggio della trattrice per i trattamenti fitosanitari. Generalmente si effettuano da 4 a 6 lavorazioni a seconda delle condizioni. Durante il riposo vegetativo delle piante viene effettuata una lavorazione più profonda per evitare la formazione della "suola di lavorazione" che renderebbe asfittica la zona interessata dall'apparato radicale. Il terreno, dopo l'estirpazione del vigneto viene lasciato a riposo per un periodo non inferiore ai 4-5 anni oppure usato per colture seminative.
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